Stasera, presso il Polski kot di Torino, si è tenuto l'incontro con Lorenzo Gambetta per la presentazione del suo libro "Jugo bike, in bicicletta in Bosnia, Croazia e Serbia".
La serata è stata piacevolissima. Lorenzo ha messo in risalto vari aspetti dei Balcani, senza mai prender parte a qualche conflittualità: Nei suoi viaggi ha sempre cercato di capire chi gli stava davanti, fosse questo bosniaco o croato o serbo.
Spesso, a zonzo per la Bosnia, gli è capitato di dover prendere una birra per sapere dove si trovasse, perchè, come ben sappiamo, si puo' trovare una Karlovacko pivo, una Jelen pivo o una Sarajevska, a seconda della zona.
A Belgrado aveva una guida turistica gentilissima, che faceva da guida sia agli italiani che agli statunitensi e Lorenzo ha pensato alla situazione di quel ragazzo che ha vissuto i bombardamenti NATO partiti dall'Italia
Nei suoi viaggi Lorenzo ha spesso parlato di calcio che è un aspetto fortemente identitario. D'altra parte i primi fomenti di guerra sono iniziati proprio in un campo di calcio. In Bosnia Lorenzo citava i giocatori di calcio bosniaci, ma riceveva solo nomi serbi, così si è ricordato di essere nella Repubblica Srpska.
Lorenzo si è trovato più volte sulla via dei migranti e ha subito pesanti perquisizioni da parte della polizia croata.
Come noi, anche Lorenzo è un amante di Ivo Andric'.
La città che è piaciuta di più a Lorenzo è Sarajevo, simbolo della convivenza pacifica prima della guerra. Ora ci sono delle cose assurde come ad esempio tre programmi scolastici nella stessa scuola e tre vagoni differenti su uno stesso treno.
Alla domanda "perchè si è dissolta la Jugo", Lorenzo dice che è stato perchè i signori della guerra hanno iniziato a dire prima i croati, prima i bosniaci, prima i serbi e il parallelo con l'Italia fa raggelare il sangue.
Alla domanda "perchè le scolaresche vanno a Srebrenica saltando la Krajina e conoscendo solo parte della storia", Lorenzo ha risposto che anche noi parliamo sempre della guerra del 15 - 18, ma omettiamo di citare tutti gli italiani morti nel 1914 e con questo ha voluto dire che volontariamente tutti tralasciamo pezzi di storia.
Ci siamo trovati davanti un uomo molto sincero e intelligente e non vediamo l'ora di leggere il libro.
Complimenti Lorenzo !
Jugo bike in Face book
Polski kot
Una piacevole lettura
Radio3 Mondo
Intervista a Lorenzo Gambetta
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