Il caffè delle diaspore

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sabato 17 dicembre 2016

PROTESTE IN NERO




Questa sera, presso il Polski kot di Torino, si è tenuto l'incontro con Donatella Sasso e Francesca Rolandi dedicato ai diritti civili in Polonia e Croazia. L'incontro era organizzato da East journal e da Ale Polski.

Ha iniziato Donatella Sasso, ricercatrice dell'Istituto Salvemini di Torino, raccontando la situazione polacca. Il pubblico era attonito poichè il governo polacco prende continuamente iniziative che provocano immense proteste tra la popolazione. 
La protesta più conosciuta in Europa è quella che il 3 ottobre ha visto migliaia e migliaia di polacchi in piazza contro le leggi restrittive sull'aborto in discussione in Parlamento. La protesta è stata così massiccia che, almeno per ora, è riuscita a fermare questa legge assurda che vieterebbe l'aborto se non per pericolo di vita della madre. Già l'attuale legge è molto restrittiva, poichè permette l'aborto solo in caso di malattia, di malformazioni del feto o di violenza subita dalla madre.
E' stata poi messa in luce la politica di destra del governo e di quanto si avvicina a quella ungherese di Orban e come Serbia sappiamo bene la politica sui migranti quanto è fuori da ogni logica.
L'Unione europea è fortemente preoccupata di queste politiche che limitano i diritti umani, ma ha le mani legate, poichè ci vorrebbe l'unanimità di tutti i paesi per prendere dei provvedimenti




Francesca Rolandi, ricercatrice dell'Università di Fiume e redattrice di QCode Magazine, ha illustrato la realtà croata rispetto all'aborto. Anche qui il pubblico era attonito, poichè queste cose succedono in UE a due passi da casa nostra.
La Croazia (per fortuna) ha la legge sull'aborto di mamma Jugo, ma sta tentando di cambiarla e quindi anche i croati si sono riversati in piazza.
Si è vista una certa linea politica finchè c'erano i negoziati di adesione alla UE, ma poi la Croazia ha invertito la rotta anche grazie al fatto che hanno vinto le elezioni governi di destra.
Il 21 maggio scorso, si è svolta una marcia a favore di una nuova e più restrittiva legge sull'aborto, ma tra le file dei partecipanti c'era una persona condannata a 25 anni di carcere per crimini contro l'umanità, in libertà perchè ha scontato i due terzi della pena. Capite che finchè i croati si appoggiano a certi personaggi, difficilmente fanno presa sul popolo?
C'è poi un movimento che porta le persone in piedi davanti agli ospedali nella speranza di far sentire in colpa le donne che abortiscono.
Le pubblicità nelle strade sono spaventose e fanno sentire le donne che hanno scelto di abortire in grave colpa.
Quanto è diversa la Croazia che fanno vedere ai turisti!!
I sondaggi dicono che il 60% dei croati è a favore dell'aborto.

Per quanto riguarda la Jugoslavia che aveva un'ottima legge sull'aborto, va detto che Tito era meraviglioso in campo diplomatico ed era anche andato a trovare il Papa e si erano intesi perfettamente

E' stata una bella serata, grazie a tutti e correte a iscrivervi a Pars orientalis !





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