Il caffè delle diaspore

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martedì 7 giugno 2016

CRNA GORA SOTTO ALLA MOLE




Molto emozionante la serata che si è tenuta ieri al Polski kot riguardante (credevo) un viaggio in Montenegro e che si è rivelata tutto tranne che la presentazione del viaggio.

Andiamo con ordine e stiamo calmi, perchè decine di fogli di appunti si vogliono a tutti i costi trasformare in spazio web, ma ci vorranno giorni per scrivere tutto quello che si è detto tra cultura, storia, geografia, religione, politica e turismo del Montenegro.

Ha iniziato la serata il grande Eric Gobetti che ha inquadrato il giovane stato del Montenegro (sgrunt) nel contesto storico dall'epoca ottomana ai giorni nostri.
La zona del Montenegro vede una piccola autonomia dall'Impero Ottomano che permette di mantenere salde le proprie tradizioni slave. Abbiamo visto diverse cartine che illustrano la popolazione multietnica poichè, con la Serbia, il Montenegro è lo stato (sgrunt) più multietnico dei Balcani. Dieci anni fa, nel 2006, un referendum ha sancito il distacco dalla Serbia per una manciata di voti, ma molti continuano ancora a considerarsi serbi. E' un paese che ha adottato l'euro non essendo in UE come prima aveva il marco tedesco non c'entrando nulla con la Germania. Per quanto riguarda l'Italia, a parte la seconda guerra mondiale (e qui è obbligatorio vedere PARTIZANI) c'è la storia di Elena di Montenegro che sposò Vittorio Emanuele III di Savoia diventando regina d'Italia e d'Albania.

Poi Valentina Sileo ha parlato della lingua e in generale delle lingue slave che possiamo ricondurre al serbo-croato. Interessante come si scrive in tre lingue diverse la stressa frase sulle sigarette: PUSENJE UBIJA. A Sarajevo non riconosci un serbo, da un croato, da un musulmano di Bosnia, da un montenegrino. La lingua è la stessa, ma il gioco della politica è stato di differenziare per dare una identità ai vari stati. Forse funzionerà per le generazioni future, ma chi è nato in Jugoslavia difficilmente capisce che deve parlare diversamente e soprattutto poi.. perchè ?  "Pricam nas jesik" è la frase che ti dicono tutti per togliersi dalle discussioni.

E'  venuta la volta di Vesna Sepanovic che ha fatto un piccolo quadro socio culturale del Montenegro e ha letto delle poesie dedicate alla guerra.
Inevitabile il finimondo.
Io dico due cose: sto dalla parte del mio amico serbo che ha fatto gli interventi e chi ha causato le guerre nei Balcani (a parte gli occidentali) sono questi tre signori: qui in egual misura.
Vesna è una persona di enorme cultura che ha vissuto 30 anni in Montenegro e 20 anni in diaspora. Puo' analizzare i Balcani da montenegrina, da giornalista, da turista, da spettatrice e, purtroppo, è ferma alla guerra e non passa oltre come hanno fatto in tanti. Di tutte le poesie che ha letto mi ricordo una frase: "Noi colpivamo, ma anche loro colpivano e tutto si ripeterà ancora" . Ecco.. noi abbiamo il compito di imparare e non far ripetere più nulla, perchè la guerra è il miglior business e ci spingeranno sempre a farla.

Molto bello è stato l'intervento di Dusko Djordjevic' che ha parlato della musica del Montenegro. Tra i tantissimi segnaliamo Rambo Amadeus con il famosissimo "Euro neuro", ma l'intervento è stato improntato sul "gusle" uno strumento particolare dei Balcani. Come cantanti abbiamo Zeljko Simic' che era anche abbastanza politicizzato in alcune canzoni e un esempio lo trovate qui e Đorđije Koprivica .
All'Eurovision, nel 1983, Daniel Popović rompe un po' l'idea del maschio montenegrino rude con la canzone Dzuli (leggi Giuli). Non è raro, sulle coste montenegrine, sentire Eros Ramazzotti e le canzoni del Festival di Sanremo.

Se volete andare in Montenegro con Eric e Vesna il programma del viaggio lo trovate: qui

Grazie Alessandro Polski kot e grazie a tutti per la splendida serata

Polski kot

Partizani di Eric Gobetti

Balkan rock di Dule e Valentina

Vesna Scepanovic

Rambo Amadeus - Balkan boj


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