Oggi si è svolto presso l'Istituto Piemontese per la storia della Resistenza di Torino un bellissimo incontro con la scrittrice Elvira Mujcic'. Moderava l'incontro Eric Gobetti e Vesna Scepanovic ha letto alcuni brani dei libri di Elvira.
L'incontro è stato meraviglioso per quel poco che ho potuto sentire, perchè.. spazio per la risata.. ho sbagliato piano e i primi 45 minuti li ho passati a sentire la presentazione di un libro sui desaparecidos. Quando ho azzeccato la stanza e il piano ho sentito una voce dolcissima che aveva tanta sofferenza quanto amore per la vita.
Elvira è stata concepita in Kosovo, nata in Serbia ai tempi della Jugoslavia e ha vissuto a Srebrenica fino all'età di 11 anni.
Allo scoppio della guerra, proprio come aveva detto Dubravka Ugresic', Elvira ha visto i suoi amici, i suoi vicini di casa, di colpo, mostrarsi come etnia e come religione. All'inizio non capiva perchè aveva solo 11 anni, ma la mamma l'ha portata a Svornik, perchè volevano vedere cosa fosse la pulizia etnica e la era iniziata.
Di colpo capirono di dover scappare e i testimoni di nozze dei genitori che erano serbi si offrirono di ospitarli, ma Elvira e la famiglia pensarono di scappare in Croazia, dove passavano le ferie. In Croazia arrivarono di notte e gli amici croati, sentendo suonare al campanello, dissero : "Ma sono i - nostri - di Srebrenica!".
Iniziarono così i campi profughi e l'ultimo fu vicino a Brescia. Ben presto Elvira imparò la lingua anche se non imparò mai il dialetto bresciano.
Mi ha colpito molto il fatto che quando Elvira era profuga in Italia sentiva suo papà solo grazie ai radioamatori.
Ancora più bello è stato sentire da Elvira che la Jugoslavia era quella bellissima favola in cui si andava tutti d'accordo e chi ha conosciuto quella realtà non puo' non sentire la jugonostalgia.
Davvero un grande grazie per questa bellissima testimonianza
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