Il caffè delle diaspore

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giovedì 12 novembre 2015

VENT'ANNI DA DAYTON. PRIMA PARTE

Presso il rettorato dell'Università di Torino, in Via Po 17, s'è svolto il seminario "Vent'anni da Dayton". E' stato organizzato dal "Centro interateneo di studi per la pace" e dire che è stato bello è dire poco, si puo' dire che è stato supermagnifico.



Alle ore 9.00 c'è stato l'augurio di buon lavoro del sindaco Piero Fassino.

Il primo incontro è stato con Edoardo Greppi e con l'ex ambasciatore Zlatko Dizdarevic.
Il sig Dizdarevic ha stupito tutti per la sua semplicità e per come vede i problemi dal di dentro, in prima persona. Ha fatto notare che i bosniaci non hanno tutti gli stessi diritti poichè i croati bosniaci hanno doppio passaporto e dato che la Croazia è in UE, questi hanno possibilità di movimento che altri bosniaci non hanno. Anche lui pensa che da epoca antica Croazia e Serbia volevano dividersi la Bosnia

Quando volevano dividersi la Bosnia

La realpolitik di Dayton

Anche alla fine della seconda guerra mondiale le varie etnie (perdonate l'orrendo termine) si odiavano, ma vi era un piano per unire il paese al contrario di ora che vi sono ben tre libri di storia che raccontano le stesse cose in maniera diversa e il piano è di dividere la popolazione.


Dopo una breve pausa il seminario è continuato con l'avvocato Alberto Perduca, Guido Franzinetti e Andrea Rossini. Moderava il simpaticissimo Marco Di Giovanni.
In questa fase si è parlato di storia con Guido Franzinetti e di Tribunale dell'Aja con l'avvocato Perduca.
Chiedo venia per eventuali termini inesatti e qualsiasi cosa errata dal punto di vista legislativo puo' essere corretta se ci mandate una mail.
Dunque.. qui iniziano le dolenti note, poichè il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è andato da Croazia, Bosnia e Serbia e ha detto: "Voi non siete in grado di amministrare la giustizia, quindi adesso ci penso io!". Il risultato è stato dare pieni poteri al Tribunale dell'Aja (TPI)
Il TPI è iniziato dal nulla, con due scrivanie, senza un procuratore per molti mesi. Quando è partito è costato 250 milioni di dollari, ha avuto 161 incriminati, 80 condannati, 10.800 giorni di udienze e 2,5 milioni di pagine trascritte. E' stato fazioso ? Non si puo' dire. L'unica cosa certa è che non ha potuto agire senza la collaborazione dei vari stati.
A questo punto le facce dei partecipanti parlavano più di qualsiasi tesi giuridica !

Noi tutti ricordiamo la tesi di Alberto Pasquero e chi la vuole leggere la trova: qui

Certo è che tanto impegno del TPI non ha prodotto un solo responsabile della strage dei serbi di Krajina e donne e bambini non hanno altro a che fare se non invocare la giustizia divina



Con Guido Franzinetti si è parlato di storia prima e dopo gli anni '90. Esiste una politica del "non parlare" di certe cose e di certi fatti che la dice lunga sulla posizione dell'Europa. Di certo la guerra jugoslava è stata una guerra molto visibile in tv. E' stato toccato il tema delle posizioni discordanti dei vari stati europei. Francia e Inghilterra da una parte e Germania dall'altra. L'Europa occidentale era chiaramente antiserba. Inghilterra e Francia erano orientate ad aiutare la Serbia, ma la potente Germania, in cambio di buoni spazi in zona euro, fece fallire tutti i negoziati. Si arrivò così alla pace di Dayton e al relativo messaggio recepito da Pristina: puoi sparare. Fino ad allora il Kosovo era tranquillo, ma dopo la pace di Dayton, non tutti, ma circa 100 kosovari si sono messi a sparare. Certo è che la pace di Dayton non ha prodotto un solo rientro di nessun bosniaco e da allora la Bosnia continua a spopolarsi.


Andrea Rossini di Osservatorio Balcani e Caucaso ha messo l'accento sulle colpe dei singoli, che andrebbero però contestualizzate nella politica dei rispettivi governi che non hanno collaborato col TPI. Ha anche detto che non esiste solo la giustizia al TPI, bensì ci sono le Donne in nero di Belgrado e il RECOM

C'è speranza per Recom?

A questo punto c'è stata un piccola pausa pranzo.

Continua qui

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