Un concetto giuridico non può cambiare di secolo in secolo ed assumere
significati negativi o positivi a seconda dei contesti storici. Così come è
filosoficamente scorretto legare un movimento complesso come il Razionalismo
con quelle che tu stessa definisci "diatribe". È troppo semplicistico
e riduttivo.
Per capire certe dinamiche che hanno drammaticamente segnato la Storia,
fondamentale è la ricerca delle tendenze generali del diritto costituzionale
che si sono venute concretamente realizzando nel corso del XX secolo attorno
all'idea di Stato Costituzionale, tra le quali si colloca in maniera assai
significativa anche il progetto (mai davvero realizzato) del superamento della
divisione dell'Europa in Stati nazionali, gelosi della loro sovranità.
Nell'idea di sovranità del Maresciallo Tito c'era originariamente
l'intenzione di creare una situazione efficiente di una forza materiale
impegnata nella costruzione e nella garanzia della propria supremazia ed
unicità nella sfera politica. Disegno impossibile in una realtà federativa dove
si trovava insito il principio dell'esclusione e della belligeranza nei
confronti dell'altro da sé.
Una tendenza rimasta sempre sopita, sotto il pugno duro del Maresciallo, e
sempre latente in tutte le Repubbliche, nessuna esclusa.
Dalla morte di Tito ed il progressivo allentarsi della morsa progettuale é
derivata - all'interno di TUTTE le Repubbliche - la necessità per i nuovi
poteri crescenti dell'annientamento di tutti gli antagonisti e - all'esterno -
la tendenza, alimentata dall'economia e dall'ideologia, alla rivendicazione di
una propria sovranità. I singoli Stati sovrani nascenti (o rinascenti) non
potevano ammettere concorrenti. Se si fosse aperta una concorrenza, essi
avrebbero cessato sul nascere di essere politicamente "tutto" ed
avrebbero ricominciato ad essere semplicemente parte di un sistema politico più
comprensivo, esattamente come era stata la Federazione.
In gioco c'era la sovranità e, di conseguenza, la statualità di ogni
singola Repubblica.
In una situazione come quella, di fronte allo Stato sovrano non potevano
esserci che situazioni di soggezione.
Sul lato esterno, gli Stati forti si propongono come fortezze chiuse,
protette dal principio di non ingerenza. Nessuno degli Stati nascenti aveva
questa capacità sovranista.
Si creò alternativamente la lotta tra le sovranità, cioè la guerra o la
coesistenza delle sovranità, attraverso la creazione di rapporti orizzontali e
paritari, disciplinati da norme alla cui formazione gli Stati nascenti
avrebbero liberamente partecipato (si chiamano trattati internazionali).
Una circostanza impossibile in quel momento per gli interessi in ballo per
ogni singolo cialtrone si trovasse al potere all'inizio degli Anni Novanta,
perché soprattutto una dissoluzione pilotata in quel modo avrebbe negato loro
la natura sovrana e la possibilità di comando sui singoli Stati, perché il
rischio era di ritrovarsi con un governo sovranazionale o addirittura mondiale.
Sul principio innaturale e distorto del nazionalismo come lo identificate
voi (e che giuridicamente non esiste) è stata costruita la più assurda e sporca
guerra della Storia, con un lavaggio del cervello delle generazioni a venire
che ci portiamo ancora dietro oggi un trentennio dopo.
Il vero problema si chiama sovranismo che è cosa ben diversa e che non
ammette repliche o confronti, che sui social portano a bloccare e nella realtà
a perseguire.
Credo che a XXI secolo inoltrato sia passata l'epoca dell'ignoranza e che
le cose vadano chiamate con il loro nome.
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