20 agosto 1993 – Dopo un accordo tra Karadžić, Boban e Izetbegović, i negoziatori Owen e Stolenberg presentano il pacchetto di proposte sulla partizione della Bosnia: 52% ai serbo-bosniaci, 30% ai musulmani e 18% ai croati. Sarajevo è affidata all’Onu, Mostar alla Ce.
A Sarajevo, in Dobrovoljačka ulica, una lunga fila di persone aspetta il proprio turno per ritirare, in una delle tre farmacie ebree della città, i medicinali. Ogni giorno sono 1.500 i cittadini che usufruiscono di questo servizio gratuito. Basta presentare la ricetta medica perché la Benevolencia, potente associazione ebraica di solidarietà, vuole così. Senza discriminazioni né di razza, né di comunità, né di religione. A Sarajevo, le strutture di assistenza presenti regolarmente sono quelle religiose, la Benevolencia, la Charitas e la Merhamet, il soccorso musulmano. Più di mille, tra anziani e malati, attendono da novembre d’essere evacuati. Settanta marchi il prezzo di questo amaro biglietto senza ritorno e finora… senza partenza.
Bruno Maran
Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti
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