Nei primi anni Novanta nessuno in
Jugoslavia immaginava cosa sarebbe successo. Nelle città e nelle campagne, la
gente viveva una vita normale, non molto diversa che nel resto d'Europa, che
nella nostra vicina Italia. Ma il male arrivò presto, come una tempesta
terribile, e sconvolse la vita di tutti e nulla fu più come prima. In pochi lo
videro annunciarsi nella montante propaganda nazionalista, nel repentino
ricambio dei quadri dirigenziali di fabbriche e organizzazioni, nei primi
screzi diplomatici fra regioni e gruppi etnici. La maggior parte della gente
comune vi si trovò catapultata, come in un brutto sogno da cui, ormai, non era
più possibile svegliarsi. Chi fu responsabile di tutto questo? Delle
distruzioni, dei saccheggi, della violenza più atroce, degli stupri e delle
torture, della fame, del freddo, delle umiliazioni? All'improvviso accadde, fu
la notte della ragione, il ritorno ad Auschwitz, la morte di Dio e la morte
dell'Uomo. Come fu possibile? Come poté accadere così vicino a tutti noi? Di fronte
alla tragedia della guerra, Svetlana Broz però vuole parlarci di speranza, dei
giusti nel tempo del male, di tutte quelle persone, donne, uomini, ragazzi, che
seppero dire no nel momento in cui questo era più difficile e scomodo, a costo
della propria stessa vita. Gente comune con un cuore straordinario, eroi veri
di una storia vera. Grazie alle testimonianze di questo libro ci saranno
d'esempio, indicando la strada, come luci nella notte del dolore. Un libro per
ribadire che nelle piccole questioni della vita come nelle grandi vicende della
storia l'indifferenza dei molti è più pericolosa della crudeltà dei pochi.
Tratto da Erikson.it
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