Il caffè delle diaspore

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mercoledì 1 marzo 2017

Mostar, la città sospesa




Jasmin è un ragazzo di Mostar che da piccolo ha vissuto gli orrori della guerra e li racconta anche per scrollarli un po' di dosso.
Si chiede perchè si è combattuto, perchè si è fatto questo stato così povero da costringere molti ad emigrare.
Il vero inferno che ha distrutto la città di Mostar è stata la seconda guerra, nel 1993, quando è scoppiato il conflitto tra musulmani e croati.
Mostar era una città cosmopolita, plurisecolare, culturalmente rilevante, mentre ora rischia di diventare tante piccole storie insignificanti.
Non ci si puo' identificare in una città che cambia il nome alle vie per cancellare il passato.
Jasmin è molto vicino al pensiero di Matvejevic' che pensava che non c'era ragione per fare la guerra.
La guerra non ha bisogno di momenti particolari per cominciare e per tentare di giustificarsi. A un certo punto si nutre della sua insesatezza e malvagità. Le conseguenze diventano nuove motivazioni e queste provocano a loro volta nuove conseguenze: il male si rafforza e si conferma col male. Un'alternanza di tal genere non si puo' arrestare. Simili guerre durano anche dopo che sono state deposte le armi.

Mostar, la città sospesa di Gabriele Santoro

Sul confine

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This shot started the civil war

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