Il caffè delle diaspore

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domenica 16 ottobre 2016

DOMINIK MOST




Davvero tanti complimenti a questo giornale che sul confine nord orientale parla di pace in mezzo a dei gruppi italo sloveni che continuano a seminare odio nonostante le comunità siano completamente miste.
Probabilmente hanno interessi economici, o di potere, oppure vogliono vendicarsi di antiche ingiustizie, ma dovrebbero scegliere un'altra strada.  Questo giornale è talmente meraviglioso che ha trovato la via per mettere al bando gli estremisti, usare due lingue e fare gli interessi delle persone e non dei gruppi etnici
Bravi !

Il 21 e 22 ottobre del 1866, centocinquanta anni fa, il plebiscito sancì l’ingresso della Slavia (Valli del Natisone e del Torre) nel Regno d’Italia. Il «voto» fu in realtà una formalità, una gran festa, dopo che questi territori erano stati ceduti, con gli interi Friuli e Veneto, dall’Austria in virtù del trattato di pace firmato il 3 ottobre a Vienna. In ogni caso, i valligiani, i primi sloveni a entrare in Italia, aderirono con convinzione al Risorgimento italiano, dopo che l’Austria aveva negato loro l’autonomia della quale avevano goduto nella Repubblica di Venezia. 


Ne prezrite v Domu 15.oktobra Uscito il Dom del 15 ottobre

Slavia friulana

La nuova mappa del mondo lasciava però il 30% della popolazione slovena al di fuori dei confini del nuovo stato. Quelli residenti nei territori giuliani, friulani e veneti passarono allo stato italiano. Resta tuttavia controverso se quelli della “slavia” italiana siano da considerarsi sloveni oppure se si tratti di un gruppo autonomo, che con le vicende slovene ha poco a che spartire. In soccorso ci vengono i linguisti che, attraverso il metodo comparativo, hanno stabilito che la lingua slava parlata ancora oggi nella “slavia” italiana sia una variante dello sloveno e non una lingua slava evolutasi in modo indipendente dalla comune lingua protoslava. E così è venuta la recente legge di tutela della minoranza slovena in Italia (l. 38/01) che ne ha riconosciuto la presenza storica e i diritti fondamentali. Resta tuttavia chi si oppone a questo tipo di lettura e rivendica l’antichità dello “slavo del Natisone” e ritiene che gli slavi italiani non siano sloveni, da qui l’invenzione del nome “beneciani” per distinguerli dai cugini sloveni. “Beneciano” è un termine che deriva dallo slavo “Benečija”, ovvero Venezia: slavi veneziani, quindi.

SLAVIA: La Slavia italiana, dalla Puglia al Friuli di Matteo Zola

Grande, grandissimo Matteo Zola

Divisione Garibaldi Natisone

Alta Val Torre - Terska dolina

CONTEA DI TRIBIL SUPERIORE

Il paese che parla Po našin, dialetto a “modo nostro”

resianlanguage.blogspot.it

valresia-resije.blogspot.it

Mappe genetiche di alcune popolazioni del Friuli

Resiano da tutelare

DNA e i Resiani

La discussione sulle minoranze delle Valli del Natisone è lecita, il costituirsi di gruppi che incitano all'odio NO

2 commenti:

  1. Non c'è nessun Odio.
    Si Informi.
    Noi siamo e resteremo Resiani,Sempre di origine slava,ma Resiani ,solo Resiani.
    E poi, abbia pazienza, Lei sa dove si trova la Val Resia?
    Perchè,se non vedo male, Lei la inserisce all'interno della valle del Natisone.

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    1. Siamo felici che non vediate odio, noi siamo stati trattati male e potremmo anche fare nomi, cognomi e siti che seminano odio, ma non vogliamo più ricordare quei brutti momenti per cui parliamo solo delle belle realtà come il giornale. Grazie del suo commento

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