Il caffè delle diaspore

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giovedì 28 aprile 2016

LE CENERI E IL SOGNO




Due giorni fa, in un aeroporto, ho finito di leggere il libro di Slobodanka Ciric' "Le ceneri e il sogno".
Il libro m'è scivolato sulle ginocchia e sono stata tanto a guardare di fronte a me, ma non vedevo l'aeroporto, vedevo la sofferenza unita al coraggio, la passione e la forza, le cadute e le ripartenze; di colpo trovavo forza per alcune battaglie, ma mi demoralizzavo per altre situazioni; ero ora in Svizzera e ora in Serbia, come l'autrice era ora in Serbia e ora a Napoli, ma sempre con un filo logico che lega una persona con molto carattere. Capivo tanti sbagli e mettevo in discussione tante scelte; poi.. improvvisamente.. una signora mi chiede se mi sento bene e, in realtà, non sto bene. Ho appena letto un libro che è una forza, un po' come quel film per ragazzi che si intitola Jumanji. Non è un libro che leggi, è un libro che vivi, che soffri, che fai tuo, che ti entra nelle vene, perchè è la tua vita, non quella di un'altra persona. Di colpo vado a rileggere la prefazione di Andrea Martocchia. Ci hanno raccontato tante storie cattive sui serbi e 8 anni fa iniziavamo così questo blog, con un ragazzo meraviglioso di Bolzano che ci diceva che sua moglie osteggiava le sue amicizie serbe perchè le avevano detto che i serbi erano cattivi. Nemmeno l'insegnante della figlia di Slobodanka ha potuto andare a festeggiare il Santo Natale ortodosso a casa di Boba, perchè quella è gente cattiva. Come conciliare queste dicerie con una vita così tanto onesta, così tanto eroica, così tanto affascinante come quella di questa autrice serba? Come conciliare la semplicità di Boba con l'assurdità del mondo che nel 2002, in un commissariato di polizia per fare un passaporto urgente, mi ha detto di non andare in Serbia che erano tutti criminali? Ma io benedico quel primo viaggio, benedico chi mi bannava sui blog balcanici e mi ha fatto aprire uno spazio e incontrare tanti amici meravigliosi, benedico quella poliziotta perchè in un cafè ho guardato i serbi e mi sono chiesta se erano quelli i cattivi o chi delinqueva sotto casa mia.
Io ti ringrazio Boba. Mi hai insegnato a non mollare mai, a non giudicare, a perdonare, a trarre insegnamento anche dalle esperienze più brutte e soprattutto mi hai insegnato la dignità della povertà.
Un grande grazie dal profondo del mio cuore

Slobodanka Ciric in Balkan crew

Nel nostro cuore già dal 2010

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